lunedì 30 maggio 2011

Un errore umano dietro l’alluvione della Marina di Ginosa?

Disastro colposo, inondazione colposa, abuso e omissione di atti d'ufficio, violazione del testo unico ambientale e della valutazione e gestione dei rischi alluvioni: sono le ipotesi di reato sulle quali si basa un esposto alla Procura della Repubblica di Taranto dopo che l'alluvione della notte tra l'1 e il 2 marzo, ha travolto Marina di Ginosa, spingendo all'evacuazione centinaia di persone e causando danni non ancora quantificabili ma che già si stimano in decine di milioni di euro. Nell’esposto si insinua il sospetto che il disastro possa essere in qualche maniera legato ad un’operazione di apertura, sia pur momentanea, delle paratie della diga di San Giuliano, resasi necessaria per scaricare l'acqua in eccesso che però, una volta giunta a valle, avrebbe travolto gli argini del fiume Bradano, inondando campagne e abitazioni. A depositare la denuncia, un'ottantina di abitanti di Marina di Ginosa.
I legali degli abitanti del centro costiero, gli avvocati Leonardo Pugliese, Vito Passarelli e Pietro Spierto, hanno sollecitato inoltre il sequestro della diga stessa, così da poter effettuare rilievi tecnici, e chiedono di avviare gli accertamenti nei confronti di Regione Puglia e Basilicata, Province di Matera e Taranto, Comuni di Bernalda e Marina di Ginosa e della Protezione Civile. Si tratta di una iniziativa clamorosa che arriva al culmine di sei giorni di polemiche sorte attorno alle voci sempre più insistenti secondo le quali nella notte del disastro si sarebbe resa necessaria l'apertura dell'invaso, senza però avvertire i Comuni potenzialmente interessati.

«Né al Comune né alla Prefettura è stato comunicato nulla in merito, quindi al momento non possiamo effettivamente dire se la diga è stata aperta» hanno detto il sindaco di Ginosa, Luigi Montanaro e il capo di gabinetto della Prefettura di Taranto Cosima Di Stani nel corso di una conferenza stampa convocata assieme ai rappresentanti delle forze dell'ordine per fare il punto sulla situazione a sei giorni dall'inizio dell'emergenza. Amministratori e rappresentanti del governo nazionale dunque non si sbilanciano. Ma per i cittadini e per i loro legali quello che è avvenuto nella notte tra martedì e mercoledì scorso è quantomeno sospetto.
«Malgrado la pioggia insistente, nulla lasciava presagire un massiccio ed incontenibile allagamento - è infatti scritto nell'esposto. Eppure alle 2 di notte del 2 marzo una massa imponente e tumultuosa di acqua e fango inondava le zone di contrada Pantano, via Marinella, via delle Libellule e via Stradella, fino ad un livello di 2 metri circa». Inoltre «la corrente, durante la notte e per tutto il giorno del 2, cresceva rapidamente, senza però alcun rapporto con l'evolversi delle precipitazioni che invece si erano interrotte con, addirittura, bel tempo nella mattina del 2».

Il tutto con «la cittadinanza neppure preavvisata dalle autorità ». Viene quindi chiesto alla procura di Taranto di «accertare se l'apertura delle paratoie dell'invaso di San Giugliano a Matera abbia causato e accentuato l'esondazione del fiume Bradano e del torrente Galaso, con l'individuazione di condotte penalmente rilevanti, perseguendo in tal caso i responsabili a termini di legge per disastro colposo, inondazione, danneggiamento da inondazione, e omissione di cautele o difese contro i disastri». Viene anche sollecitata l'apertura delle indagini nei confronti delle due Regioni confinanti, delle Province di Matera e Taranto, dei Comuni di Bernalda e Marina di Ginosa e della Protezione civile.

Viene infine chiesto «il sequestro urgentissimo dei rilievi presso il centro meteorologico di Marina di Ginosa circa le precipitazioni, la loro entità e prevedibilità, di tutta la documentazione tecnica ed i brogliacci giornalieri della diga di San Giuliano in località Matera appartenente al Consorzio di bonifica del Bradano e del Basento e, all'occorrenza, della diga stessa al fine di esperire consulenza tecnica onde individuare l'effettiva dinamica e funzionamento delle aperture e chiusure delle paratie».
Fonte La Gazzetta del Mezzogiorno.it
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