Con bullismo si indica generalmente nella letteratura psicologica internazionale "il fenomeno delle prepotenze perpetrate da bambini e ragazzi nei confronti dei loro coetanei soprattutto in ambito scolastico". In particolare con il termine bullismo si intende riunire aggressori e vittime in un'unica categoria.
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I primi studi sul fenomeno del bullismo si devono a Dan Olweus, a seguito di una forte reazione dell'opinione pubblica norvegese dovuta al suicidio di due studenti non più in grado di tollerare le ripetute offese inflitte da alcuni loro compagni.
Il bullismo indiretto è caratterizzato da una relazione diretta tra vittima e bullo e a sua volta può essere catalogato come:
· bullismo fisico: il bullo colpisce la vittima con colpi, calci o spintoni;
· bullismo verbale: il bullo prende in giro la vittima, dicendole frequentemente cose cattive e spiacevoli o chiamandola con nomi offensivi, sgradevoli o minacciandola, dicendo il più delle volte parolacce e scortesie;
· bullismo psicologico: il bullo ignora o esclude la vittima completamente dal suo gruppo o mette in giro false voci sul suo conto;
cyberbullying o bullismo elettronico: il bullo invia messaggi molesti alla vittima tramite sms o in chat o la fotografa/filma in momenti in cui non desidera essere ripreso e poi invia le sue immagini ad altri per diffamarlo, per minacciarlo o dargli fastidio.
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Per quanto riguarda invece l'età in cui si riscontra questo fenomeno, si hanno due diversi periodi. Il primo tra i 12 e i 14 anni di età, mentre il secondo tra i 14 e i 18, ma negli ultimi anni si sono riscontrati fenomeni di bullismo anche tra i ragazzi di 11 e 12 anni. Le cause primarie di questo fenomeno sono da ricercarsi non solamente nella personalità del giovane bullo, ma anche nei modelli familiari sottostanti, negli stereotipi imposti dai mass- media, nella società di oggi a volte disattenta alle relazioni sociali.
Il bullismo non esiste solo a scuola, ma ha delle degenerazioni come il nonnismo e si collega a tutte le violenze che hanno in comune il considerare l'altra persona (quella che subisce) come un oggetto. A differenza di quanto si pensi, il bullismo è un fenomeno che riguarda sia i maschi che le femmine, ma nei due sessi si esprime in due modi differenti. I maschi mettono in atto soprattutto prepotenze di tipo diretto, come aggressioni fisiche e verbali. Le femmine, invece, utilizzano in genere modalità indirette di prevaricazione, più psicologiche, e le rivolgono sia alle femmine che ai maschi.
William Bitetti 5° B
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